In riferimento a quanto apparso sull’articolo dell’Agi del 19.08.2018, a firma di Paolo Giomi, dal titolo “Accumoli, il paese che non c’è (e non ci sarà) più” , intendo stigmatizzare con fermezza una serie di gravi inesattezze. In particolare non ho mai affermato che il capoluogo e le frazioni non verranno ricostruite.
E’, infatti, ferma intenzione di questa Amministrazione ricostruire l’intero Comune e le sue frazioni e tale opera verrà svolta sulla base delle indicazioni emerse dalle indagini della Microzonazione di terzo livello effettuate su tutto il territorio.
Non ho mai individuato l’area Sae come la “nuova Accumoli”. Ribadisco l’intenzione di riportare i miei concittadini, il prima possibile, all’interno delle loro case, e a tal fine confermo che tutta la macchina comunale sta alacremente lavorando, sin dal primo 25 agosto 2016.
Le notizie apparse nel succitato articolo non possono non andare esenti da censure non solo in quanto destituite di ogni fondamento ma anche perché rischiano di gettare nello sconforto più profondo tutti coloro i quali, già provati dall’inarrestabile fenomeno tellurico, nutrono, giustamente, la speranza di rientrare nel proprio comune e nelle proprie case.
E’ altresì falsa la notizia che vorrebbe non attivo il trasporto pubblico locale per raggiungere i negozi – la maggior parte dei quali riaperti a valle, lungo la Salaria -, ed un luogo di aggregazione nei pressi delle Sae: da gennaio, infatti, tale servizio viene offerto dalle aree Sae al centro commerciale ed uffici comunali situati sulla via Salaria al Km 141,600. All’interno delle aree Sae, sono state anche predisposte (alcune già terminate, altre in fase di ultimazione) strutture aggregative che consentono ai cittadini di avere quegli spazi che il terremoto ha portato via loro. Per quanto riguarda la possibilità di un servizio di prossimità (negozio alimentari e bar) nell’area Sae di Accumoli capoluogo, ci tengo a precisare che l’Amministrazione ha predisposto tutti gli atti necessari alla sua costituzione e il Comune rimane in attesa di ricevere dal Dipartimento di Protezione Civile le necessarie autorizzazioni.
L’unica verità contenuta all’interno del pezzo è che il versante che ospitava la parte bassa del nostro Paese, a seguito delle oltre mille scosse che l’hanno interessato, si è abbassato di oltre venti centimetri (alcuni studiosi affermano, addirittura, 50 centimetri): tale incontestata situazione ha comportato e imporrà significative accortezze nell’opera di ricostruzione.
Si confida in una pronta rettifica entro e non oltre due giorni dal ricevimento della presente. Decorso inutilmente tale termine mi vedrò costretto ad agire giudizialmente. Il Sindaco Stefano Petrucci
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Pagina aggiornata il 20/08/2018