Storia



Nel 1200 troviamo Summata in piena decadenza ad opera sia della perduta autorità dei piccoli e grandi feudatari, sia dal desiderio delle popolazioni a riunirsi in libere Università (Comuni) Con la decadenza di Summata vengono ad acquisire sempre maggiore importanza ed autonomia i signori delle Rocche:Rocha Sancti Laurentii et Flaviano (presso Sommata), Rocha Sallis (Roccasalli), Rocha Sanctae Mariae (di fronte a fronte del Campo), Rocha Sancti Pauli (presso Grisciano).

Un gruppo di famiglie, appartenenti alle Rocche sopracitate, riunitesi, costituirono il cosidetto “Quarto di San Lorenzo”, società che garantiva alle stesse diritti e rendite, a spese della restante popolazione e fondò intorno al 1200 (secondo lo storico locale Agostino Capello, 1211 )Accumoli, Università cui parteciparono tutti paesi vicini, da Grisciano a Roccasalli, oltre a Sommata.

I primi anni non furono di certo tranquilli, ad opera dei norcini, Accumoli subisce la tirannide di tale Marco Benincasa, il cui stemma, un gran cimiero sormontato da due leon- cini, ancora si può vedere sulla torre civica.

Per libera scelta poco dopo la metà del 1200, Accumoli si diede alla casa D’Angiò, conservando tutti i privilegi comunali, e completando il propio stemma con la corona innestata al rastrello.

L’Università partecipò attivamente ai Vespri Siciliani (1282), ed è per questo che Accumoli, perduta già in precedenza (1255) Capodacqua ed Arquata, fu privato di diversi paesi dell’amatriciano passati in feudo alla famiglia baronale degli Orsini, originari di Norcia e signori di Amatrice.

Nel 1447, Accumoli, sotto i regno di Alfonso di Aragona ebbe dal re Ferdinando, per la sua lunga fedeltà, vari privilegi, ed in occasione della visita, nel 1469, del principe eredetario, Alfonso duca di Calabria, il rinnova dell’ esenzione dalle imposte. Con la morte di Ferdinando il Cattolico (1521) le nostre terre entrarono nel periodo burrascoso di Carlo V.

Mentre tutto l’Abruzzo si dava ai francesi, la nostra Università preferì respingere i commissari venuti ad esigere le tasse. Poco dopo però, per opera degli Orsini e di altri signori,Orazio Baglioni fu incaricato di conquistare le nostre terre. Venne dall’Unbria e salito l’Appennino gli riuscì di prendere e bruciare Roccasalli, poi spintosi verso Accumoli, trovò forte resistenza e tornò indietro.

La immutata fedeltà diede luogo ad un secondo tentativo di assedio ad opera dei baroni di Amatrice, aiutati dalle milizie spoletine, aquilane e di qualche signore d’Abruzzo.

Nell’estate del 1527 si fecero intorno ad ACCUMOLI poco meno di 5000 soldati che tentarono d’apprima un attaccoo rimasto infruttuoso e poi posero un duro assedio distribuendosi lungo la valle del Tronto (vicino Grisciano), sul piano di San Pietro, vicino a Marano (l’odierna fonte del Campo, che cambiò nome appunto per il campo postovi dai francesi).

L’assedio si prolungò per otto mesi durante i quali Capodacqua, Poggio Casoli, furono distrutte dai francesi e Marano dagli Accumolesi affinchè non servisse da ricovero al nemico. Vi furono molti fatti d’arme con sortite specialmente a Capodacqua, Grisciano, Tufo e Roccasalli. Il prolungarsi dell’assedio portò gli assediati agli estremi della fa- me, finche il vicerè di Napoli inviò in soccorso 2.000 fanti e 100 lance, dinanzi ai quali, dice una cronaca dell’epoca riportata dal Capello : Li nemici si sbandarono ed i nostri diedero dentro la terra dei nemici e si bandì a foco et a sacco il dì di S.Mattia del 1528.

Amatrice, la capitale degli Orsini, dopo un furioso assedio di tre giorni, fu presa, messa a fuoco e distrutta.
Terminate le lotte la nostra Università ebbe il titolo di FEDELISSIMA e dieci anni di esenzione dai dazi; la terra di Amatrice, invece, fu divisa in cinque parti di cui tre dovevano aggregarsi alla nostra Università che però rifiutò ogni connubio con gli Amatriciani.

Nel 1643, Accumoli con tutti i suoi paesi, fu ceduto ai Medici, ma successivamente tornò al regno di Napoli e ad esso restò legato fino al 1860.

Nel 575 il territorio dell’attuale Comune di Accumoli faceva parte del ducato di Spoleto.
L’Abbazia di Farfa, eretta dai duchi di Spoleto, aveva fra i suoi possedimenti le Terre Summatine, le quali comprendevano i territori dell’Accumolese, dell’ Amatriciano di Capodacqua e di Arquata del Tronto.

Nella città di Sommata di cui si parla prima del mille, e che si pressuppone sorgesse nei pressi dell’attuale villa dei SS.Lorenzo e Flaviano, si accentrò una signoria longobarda indipendente dal ducato di Spoleto.

Nel 1200 troviamo Summata in piena decadenza ad opera sia della perduta autorità dei piccoli e grandi feudatari, sia dal desiderio delle popolazioni a riunirsi in libere Università (Comuni) Con la decadenza di Summata vengono ad acquisire sempre maggiore importanza ed autonomia i signori delle Rocche:Rocha Sancti Laurentii et Flaviano (presso Sommata), Rocha Sallis (Roccasalli), Rocha Sanctae Mariae (di fronte a fronte del Campo), Rocha Sancti Pauli (presso Grisciano).

Un gruppo di famiglie, appartenenti alle Rocche sopracitate, riunitesi, costituirono il cosidetto “Quarto di San Lorenzo”, società che garantiva alle stesse diritti e rendite, a spese della restante popolazionee fondò intorno al 1200 (secondo lo storico locale Agostino Capello, 1211 )Accumoli, Università cui parteciparono tutti paesi vicini, da Grisciano a Roccasalli, oltre a Sommata.

I primi anni non furono di certo tranquilli, ad opera dei norcini, Accumoli subisce la tirannide di tale Marco Benincasa, il cui stemma, un gran cimiero sormontato da due leon- cini, ancora si può vedere sulla torre civica.
Per libera scelta poco dopo la metà del 1200, Accumoli si diede alla casa D’Angiò, conservando tutti i privilegi comunali, e completando il propio stemma con la corona innestata al rastrello.

L’Università partecipò attivamente ai Vespri Siciliani (1282), ed è per questo che Accumoli, perduta già in precedenza (1255) Capodacqua ed Arquata, fu privato di diversi paesi dell’amatriciano passati in feudo alla famiglia baronale degli Orsini, originari di Norcia e signori di Amatrice.

Nel 1447, Accumoli, sotto i regno di Alfonso di Aragona ebbe dal re Ferdinando, per la sua lunga fedeltà, vari privilegi, ed in occasione della visita, nel 1469, del principe eredetario, Alfonso duca di Calabria, il rinnova dell’ esenzione dalle imposte. Con la morte di Ferdinando il Cattolico (1521) le nostre terre entrarono nel periodo burrascoso di Carlo V.

Mentre tutto l’Abruzzo si dava ai francesi, la nostra Università preferì respingere i commissari venuti ad esigere le tasse. Poco dopo però, per opera degli Orsini e di altri signori,Orazio Baglioni fu incaricato di conquistare le nostre terre. Venne dall’Unbria e salito l’Appennino gli riuscì di prendere e bruciare Roccasalli, poi spintosi verso Accumoli, trovò forte resistenza e tornò indietro.

La immutata fedeltà diede luogo ad un secondo tentativo di assedio ad opera dei baroni di Amatrice, aiutati dalle milizie spoletine, aquilane e di qualche signore d’Abruzzo.

Nell’estate del 1527 si fecero intorno ad ACCUMOLI poco meno di 5000 soldati che tentarono d’apprima un attacco o rimasto infruttuoso e poi posero un duro assedio distribuendosi lungo la valle del Tronto (vicino Grisciano), sul piano di San Pietro, vicino a Marano (l’odierna fonte del Campo, che cambiò nome appunto per il campo postovi dai francesi).

L’assedio si prolungò per otto mesi durante i quali Capodacqua, Poggio Casoli, furono distrutte dai francesi e Marano dagli Accumolesi affinchè non servisse da ricovero al nemico. Vi furono molti fatti d’arme con sortite specialmente a Capodacqua, Grisciano, Tufo e Roccasalli. Il prolungarsi dell’assedio portò gli assediati agli estremi della fa- me, finche il vicerè di Napoli inviò in soccorso 2.000 fanti e 100 lance, dinanzi ai quali, dice una cronaca dell’epoca riportata dal Capello : Li nemici si sbandarono ed i nostri diedero dentro la terra dei nemici e si bandì a foco et a sacco il dì di S.Mattia del 1528.

Amatrice, la capitale degli Orsini, dopo un furioso assedio di tre giorni, fu presa, messa a fuoco e distrutta.
Terminate le lotte la nostra Università ebbe il titolo di FEDELISSIMA e dieci anni di esenzione dai dazi; la terra di Amatrice, invece, fu divisa in cinque parti di cui tre dovevano aggregarsi alla nostra Università che però rifiutò ogni connubio con gli Amatriciani.

Nel 1643, Accumoli con tutti i suoi paesi, fu ceduto ai Medici, ma successivamente tornò al regno di Napoli e ad esso restò legato fino al 1860.

Pagina aggiornata il 25/02/2016

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri
Skip to content